sabato 21 febbraio 2015

IL PUGNALE D'ORO

C'era una volta una bimba di nome Giada,che viveva con i suoi genitori in una casetta in mezzo al bosco.

Un giorno i genitori di Giada andarono via, lasciarono Giada a casa da sola e le dissero di non addentrarsi nel bosco.Giada vide una farfalla molto colorata, prese a inseguirla e corri corri si accorse di essersi persa. Presa dalla disperazione incominciò a correre finché non vide un ometto.
Era Oz, il mago più potente  di tutto il bosco, era lui il supremo della foresta.

Dopo essersi fatto raccontare la storia, le disse che l'avrebbe aiutata, ma  doveva superare tre difficili prove, Giada acconsentì.

La prima prova consisteva nel trovare  un ago in un mucchio di paglia. Giada disperata non sapeva cosa fare, a un certo punto apparve la farfalla che Giada aveva rincorso, essa le regalò un pugnale d'oro, che poteva trasformarsi in qualunque cosa. Così Giada trasformò il pugnale in una calamita con la quale trovò facilmente l'ago.

Nella seconda prova, Giada doveva riuscire a spostare un grosso sasso; allora, prese il pugnale che si trasformò in una mano gigante, che poté spostare il grosso sasso.

La terza prova consisteva in uno scontro fra Giada e Oz. Giada acconsenti,perché voleva tornare a casa. Il primo attacco fu sferrato dal mago con un pugnale, Giada  trasformò il pugnale del mago in una piuma. Poi, Giada trasformò il pugnale in una puzzola , così  poteva far stordire il mago, ma lui si difese con una bolla. A un certo punto  il mago decise di smettere questa battaglia perché erano forti tutti e due. 

Oz, gli indicò la strada di casa e Giada tronò alla sua abitazione prima che i suoi genitori arrivassero. Così tutti vissero felici e contenti.
                                                                                                 BEATRIS FERMUS

Fauna

C'era una volta,in un magico e incantato bosco, una bella bambina, che aveva il nome di Fauna.
Questa bambina era contesa perchè era figlia di una fata e uno stregone.Quel bosco era diviso: per metà era delle fate, e per metà delle streghe e degli stregoni, così c'erano sempre sanguinose battaglie. 

Purtroppo le fate e le streghe le pronunciarono maledizione:
"O mia Fauna,
via dal bosco non andrai 
o la pelle ci rimetterai!" 
Da allora Fauna doveva stare sempre nel bosco.Ma aveva un potere:se si trovava nella parte occupata dalle fate  era docile e buona, mentre se si trovava nella parte occupata da streghe e stregoni era cattiva e arrogante, quando invece si trovava nel confine tra la terra di fate e streghe poteva essere se stessa.
Un giorno mentre camminava sul confine,vide un albero pieno di frutta.

Quando si arrampicò per coglierla vide un buffo gufo rosso, e disse:
< O mia bambina che aria malconcia che hai!> 
<Sono triste> rispose Fauna <devo restare sempre nel bosco e mi annoio!> 
Allora il gufo disse:< Il fiore della pace io ti darò , con tanto amore te lo ricamerò, ma se la mia prova non supererai allora il bel fiore sol sognerai> 
<Qual è la prova?> chiese Fauna. 
< Vai nella foresta e cogli la pietra del successo. Sanno le fate e le streghe dov'è.> disse il gufo. Ma nè le fate nè le streghe glielo rivelarono. 

Un giorno tornò dal mercato del bosco con le commissioni per le fate. Le sentì prender concilio e intuì dalle parole da loro dette, capì che la pietra del successo era sul fondo del fiume splendente. Subito si recò al fiume per prendere la pietra, che donò al gufo che poi le donò, tutto ricamato, il fiore della pace, che piantò nel confine.  

Così, fece fare pace a fate e streghe, che le tolsero la maledizione. 
Da quel giorno Fauna è una bella ragazza libera, ed è anche una grande protettrice degli animali.


David Laurenti




martedì 10 febbraio 2015

Come si fa la parafrasi

Iliade, libro VI vv. 440-465

E allora Ettore grande elmo abbagliante le disse:
<<Donna, anch’io, sì, penso a tutto questo; ma ho troppo
rossore dei Teucri, delle Troiane dal lungo peplo,
 se resto come un vile lontano dalla guerra.
Né lo vuole il mio cuore, perché ho appreso ad esser forte
sempre, a combattere in mezzo ai primi Troiani,
al padre procurando grande gloria e a me stesso.
Io lo so bene questo dentro l’anima e il cuore:
giorno verrà che Ilio sacra perisca,
e Priamo, e la gente di Priamo-buona lancia:
ma non tanto dolore io ne avrò per i Teucri,
non per la stessa Ecuba, non per il sire Priamo,
e non per i fratelli, che molti e gagliardi cadranno
nella polvere per mano dei nemici,
quanto per te, che qualche Acheo dal chitone di bronzo
trascinerà via piangente, libero giorno togliendoti:
allora, vivendo in Argo, dovrai per altra tessere tela,
e portar acqua di Messeide o Iperea,
costretta a tutto: grave destino sarà su di te.
E dirà qualcuno che ti vedrà lacrimosa:
‘Ecco la sposa di Ettore, che era il più forte a combattere
 fra i Troiani domatori di cavalli, quando lottavan per Ilio!’
Così dirà allora qualcuno; sarà strazio nuovo per te,
priva dell’uomo che schiavo giorno avrebbe potuto tenerti lontano.
Morto però m’imprigioni la terra su me riversata,

prima ch’io le tue grida, il tuo rapimento conosca!» 

Prima fase: ricostruire l'ordine delle parole:
Seconda fase: sostituire le parole di cui non si capisce il significato con altre più comprensibili
Nel testo sono evidenziati gli epiteti

E allora Ettore grande elmo abbagliante le disse:
<< anch’io Donna, penso a tutto questo; ma se resto come un vile lontano dalla guerra ho troppo
rossore (vergogna) dei Teucri, delle Troiane dal lungo peplo (abito),
 .
Né (questo, il fatto di non andare in guerra) lo  vuole il mio cuore, perché ho appreso (imparato) ad esser sempre forte
a combattere in mezzo ai primi (i più valorosi) Troiani,
procurando grande gloria al padre  e a me stesso.
Io lo so bene questo dentro l’anima e il cuore (dentro di me):
verrà giorno  che perisca (cadrà) Ilio sacra ,
e Priamo, e la gente di Priamo buona lancia:
ma io non ne avrò tanto dolore (soffrirò)  per i Teucri (troiani),
non per la stessa Ecuba, non per il sire Priamo,
e non per i fratelli, che molti e gagliardi (numerosi e forti) cadranno
nella polvere per mano dei nemici,
quanto per te, che qualche Acheo dal chitone di bronzo (greco con l'armatura)
trascinerà via piangente, togliendoti libero giorno (la libertà)  :
allora, vivendo in (nella città di Argo) Argo, dovrai tessere tela per altra donna,
e dovrai  portare  l'acqua  (della fonte) di Messeide o Iperea,
costretta a (ad ubbidire a ) tutto: su di te ci sarà grave (un pesante) destino 
E  qualcuno che ti vedrà lacrimosa (piangente) dirà:
‘Ecco la sposa di Ettore, che era il più forte a combattere
 fra i Troiani domatori di cavalli, quando lottavan per Ilio!’
 allora Così qualcuno dirà ; sarà nuovo strazio  (sofferenza) per te,
priva dell’uomo che avrebbe potuto tenerti lontano schiavo giorno (dalla schiavitù).
 però  (spero di essere)Morto m’imprigioni la terra su me riversata,
prima ch’io conosca  le tue grida,  il tuo rapimento!» (prima che io venga a sapere che sei stata fatta schiava)


sabato 7 febbraio 2015

Cappuccetto Rosso


C'era una volta una bambina di nome  CAPPUCCETTO ROSSO.
La mamma le disse di andare dalla nonna, ma di non passare per il bosco.
Lei invece passò per il bosco, allora incontrò un lupo che le chiese: <<Dove vai bella bimba ?>>
Con aria depressa:<<Dalla nonna>> rispose CAPPUCCETTO.Il lupo se ne andò e CAPPUCCETTO proseguì verso casa della nonna
.

TOC-TOC! Bussò la piccola.
<<Entra pure>> disse la nonna.
Cappuccetto entrò.
<<Vieni pure piccola, bevi una coca cola con me?>> disse l'ATTIVA nonnina.
Cappuccetto disse:<< No, nonna non ho sete>>
<< Okay!>> disse la nonna.
<<Okay>> disse cappuccetto e posando il cestino sgattaiolò via.

Florin Acununei

giovedì 5 febbraio 2015

Testo descrittivo


Una mappa per capire le caratteristiche e lo scopo del testo descrittivo





Alcune figure retoriche che si usano per la descrizione:

Metafora: consiste nel trasformare un'espressione in un'immagine figurata

Franco è una volpe
Con questa metafora vogliamo dire che Franco è furbo come una volpe

Il leone è il re della foresta
La metafora esprime il concetto che il leone è l'animale più forte della foresta


Similitudine o paragone: ha le stesse caratteristiche della metafora, ma si differenzia perchè esprime un confronto fra due cose. Può essere introdotta da "come", "sembra", ecc.

Sono similitudini
Ti sei bagnato come un pulcino

Sembra che abbia le orecchie di un elefante


Personificazione: é una figura retorica che consiste nell'attribuzione di caratteristiche umane a ciò che umano non è

La giornata mi sorride
Significa che in quella giornata mi sta andando tutto bene

Il libro parla di amicizia
Significa che il contenuto del libro affronta il tema dell'amicizia